11 Gen La luce UV
LA LUCE UV PER STUDIARE I GRANULI OMEOPATICI
di Teresa De Monte
L’obiettivo di un lavoro di Sabine D. Klein e Ursula Wolf pubblicato su Complementary Therapies in Medicine è quello di valutare i globuli omeopatici usati nella pratica clinica. Nel processo produttivo, per modificare le proprietà fisico-chimiche del solvente, viene fatta una diluizione sequenziale e una succussione (ovvero una particolare forma di agitazione della soluzione). Ricordando che le potenze acquose di vari materiali di partenza mostrano differenze significative nella trasmissione della luce ultravioletta rispetto ai controlli e tra diversi livelli di diluizione, in questo studio con globuli omeopatici si sono ripetute e ampliate queste esperienze.
Globuli adatti a questo studio sono stati forniti da Spagyros AG (Gümligen, Svizzera) da sei materiali di partenza (Aconitum napellus, Atropa belladonna, Phosphorus, Sulphur, Apis mellifica e Silicea) e per diversi livelli di diluizione: 6DH, 12DH, 30CH, 200CH e due diluizioni a flusso continuo (200FC e 10.000FC). Globuli naturali e impregnati con solventi sono stati utilizzati come controlli. I globuli sono stati disciolti in acqua sottoposta ad ultra-filtrazione ed è stata misurata l’assorbanza nell’area ultravioletta. L’assorbanza media da 200 a 340 nm è stata calcolata e corretta per differenze tra i giorni di misura e gli strumenti.
Differenze statisticamente significative sono state trovate per Aconitum napellus, Sulphur e Apis mellifica. Inoltre, l’assorbanza nei livelli di diluizione è stata comparata tra i vari materiali di partenza. Differenze statisticamente significative sono state riscontrate tra le diluizioni di 30CH, 200CH e 200FC. I globuli preparati dalle alte diluizioni di Aconitum napellus, Sulphur e Apis mellifica hanno dimostrato un’assorbanza degli UV assolutamente differente rispetto ai globuli di controllo del solvente quando sono disciolti in acqua. Questo studio ha ampliato i risultati da alte diluizioni acquose a globuli e suggerisce che le caratteristiche delle alte diluizioni acquose possano essere conservate e rilevabili nei globuli disciolti.