2 Ott Il ‘cerotto’ anti-obesità
È uno speciale cerotto-cactus ricoperto di microaghi, che fanno penetrare in modo agevole e indolore attraverso lo strato cutaneo dei principi attivi, incapsulati in nanoparticelle, che combattono il grasso localizzato, provocandone il cosiddetto ‘imbrunimento’. Una soluzione innovativa per le terapie anti-obesità del futuro che aiuta ad ottenere anche un miglior compenso metabolico nel diabete. Un cerotto che funziona come un interruttore metabolico, in grado di trasformare il tessuto adiposo ‘bianco’, quello deputato a immagazzinare energia, in grasso bruno, un tessuto che ‘brucia’ le calorie per produrre calore e che spinge sull’acceleratore del metabolismo, essendo molto ricco di mitocondri.
E’ la promessa contenuta in uno studio effettuato presso due centri americani, il Columbia University Medical Center (Cumc) e la University of North Carolina e pubblicato su ACS Nano.
Il grasso bruno è ben rappresentano nell’organismo dei neonati, ma man mano che ci si sposta verso l’età adulta, le riserve di questo tessuto si vanno riducendo. Sono anni che la ricerca sta cercando il modo di trasformare il grasso ‘bianco’, nella sua variante ‘bruna’ più metabolicamente attiva (il processo si chiama ‘browning’, ‘imbrunimento’ del grasso), come strategia anti-obesità e anti-diabete. In natura, questo avviene quando ci si espone a temperature molto rigide; in clinica, esistono principi attivi (a somministrazione orale o iniettiva) in grado di ottenere questo stesso risultato, al prezzo però di effetti indesiderati sistemici. “Il nostro ‘cerotto’ – afferma Li Qiang, professore associato di patologia e biologia cellulare presso il CUMC – non provoca queste complicanze in quanto rilascia la maggior parte del farmaco direttamente nel tessuto adiposo.”
La tecnologia alla base di questa terapia di precisione consiste in primo luogo nell’incapsulare i principi attivi all’interno di nanoparticelle (250 nm di diametro); quindi le nanoparticelle vengono ‘caricate’ in un cerotto di un centimetro quadrato di superficie, ricoperto di micro-aghi, che applicati sulla cute (sono indolori, assicurano gli autori dello studio) rilasciano gradualmente i principi attivi dalle nanoparticelle ai tessuti sottostanti.”
La nuova tecnologia è stata per ora testata su topi obesi; i cerotti-cactus, sono stati caricati di nanoparticelle al rosiglitazone e al CL 316243 (un agonista dei recettori beta adrenergici che funziona solo negli animali). Lo studio prevedeva due tipi di controllo: a livello dello stesso animale (al quale veniva applicato da un lato un cerotto carico di farmaco, e dall’altro uno senza principi attivi), che di un gruppo di controllo (due cerotti entrambi senza principi attivi).
Gli animali trattati con i cerotti contenenti entrambi i farmaci hanno mostrato una riduzione del 20% del tessuto adiposo, rispetto al lato dove era stato applicato il cerotto-placebo; i loro livelli di glicemia sono inoltre risultati ridotti rispetto al gruppo di controllo.
Il test, ripetuto su topi non obesi ha evidenziato che il trattamento con uno di questi farmaci aumenta il consumo di ossigeno (una misura dell’attività metabolica) del 20% circa rispetto agli animali non trattati.
Gli autori dello studio hanno condotto anche delle indagini genetiche evidenziando che nel tessuto adiposo sottostante al ‘cerotto’ erano presenti in maggior quantità dei geni associati con il grasso bruno, segno appunto dell’imbrunimento del grasso, operato dal cerotto medicato.
I ricercatori americani stanno adesso studiando quale farmaco o combinazione di farmaci possa essere utilizzata su questo speciale cerotto per ottenere l’imbrunimento localizzato del grasso bruno e ‘accendere’ il metabolismo nell’uomo. E non nascondono il loro ottimismo.
“Riteniamo che saranno in molti ad accogliere con favore la notizia di una possibile alternativa non invasiva alla liposuzione, e cioè quella di ‘sciogliere’ il grasso localizzato, come quello sui fianchi (le ‘maniglie dell’amore’) attraverso uno speciale cerotto medicato. In più questo presidio, nel nostro studio, è risultato sicuro ed efficace non solo nel trattare l’obesità, ma anche problemi metabolici correlati, come il diabete”.